Jerome Meyer recensisce Speedster di La Sportiva

Da arrampicatore avevo un’unica pretesa: che le mie scarpette mi garantissero la massima aderenza su tutte le prese, sia su roccia che su artificiale. Durante le gare pretendevo inoltre che mi dessero una sensazione di totale sicurezza.

Faticavo quindi ad abbandonare le mie scarpette preferite in cambio di un altro paio dello stesso modello, figuriamoci per un paio totalmente nuovo. Le novità La Sportiva sono comunque famose per essere in grado di offrire sempre nuovi vantaggi, per cui ho voluto provare ad entrare anche nel mondo dell’ultima novità dell’azienda di Ziano di Fiemme: la Speedster!

Il concetto attorno a cui si basa Speedster, è completamente nuovo ed unico nel mondo delle scarpette d’arrampicata. Testarossa e Solution, le scarpe che indosso abitualmente, utilizzano infatti il “classico” principio di spigolo ad angolo retto: sono scarpette che ti permettono di sfruttare al meglio l’angolazione delle prese, efficaci al massimo, ma nulla di rivoluzionario per quanto riguarda la sensazione del piede. Ma ora è arrivata Speedster con un concetto tutto nuovo…

La mia prima reazione è stata: “wow una nuova Mantra, divertente per il sintetico ma per la roccia Solution e Testarossa rimarranno sempre un passo avanti”.
Dopo le prime arrampicate ho cominciato però ad essere sorpreso dalla loro incredibile versatilità. Praticamente ti fanno sentire bene su tutte le prese, da quelli grandi e “unte” a quelle microscopiche. Piano, piano, mi accorgevo di muovermi diversamente tra le prese, mi sentivo più rilassato perché appoggiavo il piede diversamente e scaricando la tensione in modo totalmente nuovo, più fluido.

Come mai? Presto detto:non avendo spigoli, il piede non va più alla ricerca dell’allineamento tra gli angoli, non deve più sforzarsi di ricercare l’angolazione ottimale perché tutte le angolazioni diventano ottimali! L’arrampicata non è più quindi una questione meccanica. Con Speedster la pressione del piede si scarica totalmente sulla prese in maniera “naturale” (tra l’altro spesso tramite l’alluce e non tramite la punta delle dita), permettendo di avvolgere il resto della presa con tutto il piede. In questo modo si può abbassare il tallone, ridurre la tensione nel polpaccio ed eseguire dei movimenti più rilassati. E questo chiaramente permette di affrontare arrampicate più complesse.

In breve: queste scarpette rendono possibili molte nuove posizioni e ti conducono a pensare a ciò che fai con i piedi, secondo me il punto di svolta per ogni arrampicatore ambizioso.
Attenzione quindi a non bocciare “a priori” un paio di scarpette meno classiche solo perché apparentemente troppo diverse dalle altre a cui siete abituati, fidatevi ne vale la pena: con Speedster proverete sensazioni fin’ora mai provate…

Jerome Meyer